A Taurianova Capitale Italiana del Libro Carmine Abate presenta “Un paese felice”

Taurianova, 24 maggio 2024 – Dato il via all’anno di Capitale del Libro il 16 maggio con il convegno sul “Contrasto alla povertà educativa” la prima parte della programmazione di “Taurianova Legge” vede accendersi un ricco cartellone di eventi, fatto di presentazioni di libri, mostre artistiche e convegni, ospitando non solo autori locali, emergenti e piccoli editori, ma anche importanti personaggi del panorama nazionale, oltre che scrittori e studiosi calabresi che hanno valorizzato il patrimonio culturale della Calabria, come quello linguistico e antropologico, raccontandone al tempo stesso le pagine più difficili della sua storia recente. 

Al centro degli incontri, tematiche fortemente attuali in grado di aprire riflessioni su numerosi interrogativi contemporanei: dai conflitti armati – questione affrontata nel libro “Il resto è silenzio” di Chiara Ingrao, presentato in apertura della rassegna – all’impatto delle nuove infrastrutture sulla società e sull’ambiente, protagonista del nuovo romanzo del Premio Campiello Carmine Abate, “Un paese felice” (Mondadori, 2023).

“Un paese felice” racconta la vicenda di Eranova, un piccolo centro nato sul finire dell’Ottocento nei pressi di Gioia Tauro, e che poco meno di un secolo dopo, venne raso al suolo, espropriando gli abitanti e sradicando oltre 700 mila alberi tra ulivi secolari, agrumeti, pini ed eucalipti, per far spazio ad un centro siderurgico mai costruito, dove oggi sorge invece l’attuale Porto.

«Quella di Eranova è una storia sconosciuta, per certi versi anche rimossa – ha spiegato Carmine Abate -. della quale neanche io sapevo nulla. Un giorno mi trovavo nella tendopoli di San Ferdinando per scrivere un altro libro sulla migrazione e un signore, cogliendo lo sgomento nel mio sguardo, mi disse “qui prima c’era un paradiso profumato, un paese con un nome bellissimo”, indicando un posto lontano verso il porto di Gioia Tauro. Quando ho sentito questo nome, Eranova, ho capito che al suo interno c’era un’utopia e ho voluto saperne di più. Nei miei libri racconto sempre due aspetti della Calabria, la bellezza e le ferite. La Calabria, anzi, le Calabrie, sono una terra complessa, piena di problemi, ma anche di tante ricchezze che è importante vengano messe in luce». Intrecciando verità storica e finzione narrativa, il romanzo ripercorre alcuni degli anni più difficili per il territorio reggino, tra emergenze politiche e sociali e la costante presenza della ‘ndrangheta, sempre pronta a mettere le mani sul denaro pubblico. A dialogare con l’autore, Fabio Cuzzola, storico che proprio ai moti reggini degli anni ’70 ha dedicato testi e ricerca.